lunedì 25 agosto 2008

1 tappa: la NY che non ti aspetti

Sabato mattina viene D.J. Wagner a prendersi le chiavi di casa, quello a cui ho affitatto la camera. E' un tipo stranissimo che fara' cose stranissime in quella camera. Ma in fondo, I don't care. Non e' piu' camera mia, ho staccato tutte le mie foto dai muri ed e' tornata impersonale. Io sto finendo di chiudere le valigie. Una la lascio da Jon, tutto il resto - almeno 30 kg di fatica - me lo metto in spalla e vado a prendere il Megabus per NYC.
4 ore, 320 km e 16,50 dollari e ci sono. Sbaglio metro un paio di volte, ma mi torna il sorriso quando arriva Uazzi a prendermi a Brooklyn. Lui sta li', da Lisa, per un paio di settimane, il tempo di trovare una casa definitiva per l'anno che dovra' passare li' a studiare produzione cinematografica. Per mia fortuna Lisa e' una couchsurfer (avevo promesso di parlarne ma poi mi sono scordata). In breve una comunita' on line di viaggiatori che mettono a disposizione le proprie risorse per altri viaggiatori che passano dalle rispettive citta'. Ti offrono un letto a casa loro, ti portano in giro a vedere la citta', organizzano ogni giorno qualcosa da fare, ti san dare qualsiasi tipo di risposta a qualsiasi tua richiesta. Io per ora sono couchsurfer solo teorica. Cioe' a Boston li frequentavo: andavo a feste di compleanno di sconosciuti, andavo alle feste settimanali, approfittavo del loro blog per le mie domande. Da oggi sono una couchsurfer a tutti gli effetti. Ho fatto la richiesta a Lisa di essere ospitata da lei ed eccomi accolta da Lisa e Uazza!
Avevo gia' visto Manatthan molto bene 3 anni fa e non avevo particolari esigenze turistiche, cosi' i week end si e' tradotto in un inconsueto girare per Brooklin, accantonare la NY che si conosce e scoprire che i sobborghi riflettono una poverta' che Manatthan ti nasconde. Tanti ghetti, tanto disordine, tanta sporcizia. Ma tanto caratteristica. La NY che non ti aspetti.
Intanto cerchiamo casa per Uazzi che in una settimana deve sistemarsi.
Domenica a cena in un ristorante mediorientale che propone piatti di humus, faccio poi l'ncontro desiderato: Ori, l'americano conosciuto in un indimenticabile pomeriggio a Tarragona, durante una gita erasmus. Ci conosciamo da 5 anni, non ci vediamo da 3 e avremo condiviso meno di 10 giorni in totale, ma siamo amici per davvero. I really care about him. Oltre a farmi ricordare dettagli del passato che avevo completamente scordato, mi racconta un sacco di novita', e fondamentalmente una gran bella idea di business sul fundraising per giovani produttori. Che coincidenza.... Uazza sorride.. Brindiamo alla sua imprenditorialita' e alla casa che forse Uazza ha trovato. E alla festa bucolica a Spello (grande Spello!) che organizzeremo a obiettivi raggiunti. Una di quelle cose impossibili che pero' ti fa ridere per 20 minuti. Sono felice e commossa quando lo saluto.. Chissa' quando lo rivedo.. Ma poi penso che Ori e Uazza diventeranno amici di sicuro e quindi recupero l'entusiasmo.
Vado a letto sorridente anche quando, mettendo la sveglia, l'orologio mi dice 3 h e 50 minuti al risveglio. Alle 5,30 sono in piedi per andare a prendere un nuovo Megabus, per la vera destinazione del mio viaggio...

1 commento:

Uazza ha detto...

EEEEE!!!
domani mando un messaggio ad Ori.
Che figata la storia delle cascate anch'io anch'io!!!
Ti scrivo dalla casa che mi ospita, quella che hai visto anche tu.
Un abbraccio
Uaz